Dopo l'eccezionale notizia della condanna al risarcimento di 150 milioni di euro agli abitanti delle montagne fiorentine per i danni alle falde acquifere da parte dei lavori per la TAV Bologna-Firenze, mi sono divertito a fare due conti, giusto per ridere alle spalle del consorzio Fiat-Impregilo.
"Hahaha", mi sono detto canticchiando il tema de la stangata, "una bella batosta per la solita cricca di affaristi senza ritegno! Pagheranno caro, pagheranno tutto!"
Poi ripensandoci ho riso un pò meno: con un costo di circa 44 milioni di euro al chilometro, una multa di quest'entità rappresenta solo una dannata goccia rispetto al profitto delle imprese che si son spartite la fetta. Dovrei alzare le spalle, ma non assolverei al mio compito di bananarchico; per cui ho una proposta per i giudici d'appello. Mantenete il giudizio di colpevolezza ma cambiate la pena: non più 150 milioni di euro, ma obbligate il treno a fermarsi nella tratto del Mugello e costringete i passeggeri a farsi tre chilometri a piedi (circa 132 milioni di euro).
Valà, v'ho fatto pure lo sconto di 18 milioni di euro, una fottuta goccia nella falda che non c'è più.