Cantiere Firenze

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Benvenuti a Firenze, uno dei più grandi cantieri d'Italia! Abbiamo costruzioni per tutti i gusti: abbiamo tramvie costosissime, tribunali astratti e interminabili, scuole per carabinieri grandi come aeroporti (a fianco dell'aeroporto-giocattolo) e poli universitari pagati a peso d'oro! Ma se tutto questo non vi dovesse bastare, se foste cioè degli intenditori che non vogliono mischiarsi con i pensionati nell'ammirare tutto ciò, bananarchia ha allestito per voi un menù poco noto anche ai fiorentini. Consideratelo il nostro primo contributo alla politica "sul territorio" che tanti teorizzano.
Primo:
Ennesima multisala della piana fiorentina (oltre a quella di Campi Bisenzio, Scandicci e quella in costruzione a Prato): da pochi giorni è visibile in tutta la sua grandezza e mostruosa bruttezza agli abitanti di Via di
Novoli, dopo che la costruzione ha superato in altezza la barriera del cantiere, in barba a tutte le disposizioni sull'altezza e la destinazione d'uso dei terreni dell'ex-Fiat. Probabilmente una delle quattro multisale (oltre ovviamente alle piccole sale della zona) chiuderà presto o tardi i battenti per la spietata concorrenza, lasciando in eredità alle città della piana un mausoleo al cinema d'essai, che si sa, nelle multisale è amatissimo. Persino gli abitanti limitrofi non sanno cosa sia questa costruzione, nonostante sia davanti al naso di tutti i fiorentini; solo l'altracittà e pochi altri se ne erano accorti. Sentitamente ringraziamo l'amministrazione comunale per l'aver fatto rispettare la norma che impone una distanza minima di 15 Km tra una multisala e l'altra.
Grazie di cuore.
Secondo:
Il paradosso dei paradossi riguardo al sottoattraversamento della linea TAV è che i lavori saranno tutt'altro che veloci: in li
nea con i tunnel sotto l'appennino, questi lavori faraonici promettono di fare danni irreparabili e di costare svariati miliardi. Quello che pochi sanno è che il progetto prevede che la linea passi sotto ben due monumenti della città e svariate palazzine i cui abitanti saranno entusiasti di vivere con la paura di svegliarsi una mattina col letto sui binari. Per fortuna un'associazione ha reso pubblico il tracciato di questa opera sfarzosa: nelle immagini qui a fianco i tratti sotto la fortezza da basso, tanto per fugare ogni scetticismo. Accetto scommesse sul tempo che impiegherà Sgarbi a schiumare rabbia.
Anche in questo caso, muri di cemento alti tre-quattro metri impediscono ai pensionati fiorentini di passare il tempo libero e soprattutto di dare preziosi consigli sulle operazioni di scavo. Non è certo un cantiere open source questo.

 

Visti da fuori

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Sempre sul tema della riforma della scuola, che ci teniamo a ribadirlo, è una marcia continua verso il baratro da Berlinguer in avanti, proponiamo l'editoriale di Nature sull'argomento, uscito il 15 Ottobre e tradotto da un ignoto eroe. Se arrivate fino in fondo troverete una sorpresa dopo l'articolo.
Buona lettura!

Tagli "mozzafiato"

Tentando di potenziare la propria sofferente economia, il governo italiano si sta concentrando su obbiettivi facili, ma sciocchi.

E' un periodo oscuro e rabbioso per gli scienziati taliani, trovandosi di fronte un governo che opera con la sua particolare filosofia del taglio delle spese. La scorsa settimana, decine di migliaia di ricercatori sono scesi in strada per testimoniare la propria opposizione contro una legge progettata per controllare la spesa pubblica. Se passasse, come ci si aspetta, la legge si occuperebbe di quasi 2000 ricercatori precari, i quali sono la spina dorsale degli istituti di ricerca (spesso sotto organico) - e circa la metà di coloro che già sono stati scelti per un lavoro permanente.
Nonostante gli scienziati stessero marciando, il governo di centro-destra di Silvio Berlusconi, il quale ha preso il potere in Maggio, ha decretato che il budget dell'università e della ricerca potrebbero essere usati come fondi per puntellare le banche e gli istituti creditizi italiani. Questa non è la prima volta che Berlusconi ha preso di mira l'università. In Agosto, ha firmato un decreto che taglia il budget dell'università del 10% e permette di riempire solo una posizione accademica vacante su cinque. Esso permette anche alle università di essere convertite in fondazioni prvate per ottenere altri fondi. Visto il clima attuale, i rettori credono che questo venga usato per giustificare ulteriori tagli al budget e che alla fine li costringerà a chiudere corsi con scarso valore commerciale, come quelli classici, o addirittura la scienza di base. Dato che questa "bomba" ha colpito all'inizio delle vacanze estive, le sue implicazioni sono state pienamente riconosciute adesso - troppo tardi, dato che il decreto viene adesso trasformato in legge.
Nel frattempo, il ministro dell'educazione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, è rimasta silenziosa su tutti i temi relativi al suo ministero con l'eccezione delle scuole secondarie, ed ha permesso grandi e distruttive decisioni da portare avanti senza sollevare obiezioni. Ha rifiutato di incontrare scienziati e accademici per ascoltare le loro preoccupazioni, o spiegare loro le politiche che sembrano richiedere il loro sacrificio. E ha fallito nel delegare ad un sottosegretario l'occuparsi di queste questioni in sua vece.
Le organizzazioni scientifiche colpite dalla legge sulla spesa pubblica sono invece stati ricevuti dall'autore della legge, Renato Brunetta, ministro della funzione pubblica e dell'innovazione. Brunetta sostiene che poco può essere fatto per fermare o cambiare la legge - nonostante sia ancora discussa nelle commissioni, e debba essere ancora votata nelle due camere. In un'intervista, Brunetta ha paragonato i ricercatori a "capitani di ventura", dicendo che dare loro posizioni permanenti sarebbe come "ucciderli un pò". Questo è un'incomprensione di cosa i ricercatori gli hanno spiegato - che la ricerca di ogni paese ha bisogno di un sano rapporto fra personale permanente e temporaneo, con i secondi (come i post-dottorati) che si spostano fra laboratori di ricerca solidi e ben equipaggiati. In italia questo rapporto è diventato molto cattivo.
Il governo Berlusconi potrebbe credere che misure draconiane siano necessarie, ma i suoi attacchi alla ricerca di base sono sciocchi e di corte vedute. Il governo ha trattato la ricerca come l'ennesima spesa da tagliare, mentre in realtà è migliore vederla come un investimento per la costruzione di un'economia della conoscenza del 21° secolo. In verità, l'italia ha già abbracciato questo principio firmando l'agenda europea di Lisbona del 2000, dove gli stati membri promettono di aumentare i propri budget di ricerca e sviluppo fino al 3% del prodotto interno lordo. L'italia, un paese del G8, ha una delle più basse spese in R&D (ricerca e sviluppo) del gruppo - a malapena l'1,1%, meno della metà di quello di paesi simili come la francia o la germania.
Il governo ha bisogno di pensare meno a guadagni di breve periodo utilizzando un sistema di decreti resi facili da ministri che si lamentano. Se vuole preparare un futuro realistico per l'italia, come dovrebbe, non dovrebbe oziosamente far riferimento al lontano passato, ma capire come la ricerca funziona attualmente in europa.

Mi sembra chiaro che ci troviamo davanti al solito caso di stampa comunista e disfattista: questa tesi è così vecchia e ammuffita che non fa più ridere ma fa solo rabbia.
Per voi coraggiosi discepoli che siete riusciti a sopravvivere a questa approssimativa traduzione, vi regaliamo il video del flash mob organizzato a Firenze qualche giorno fa.

Versione completa

Versione corta


Diffondete il verbo cari discepoli.

 

Un'idea geniale

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Antefatto:

La scuola e l'università sono in agitazione come non si vedeva da anni. Tutto è cominciato con la riforma Berlinguer, molto tempo fa; da allora non c'è stato autunno in cui non ci fossero proteste e malcontenti, con l'eccezione forse della gestione di Mussi, durante lo sfortunato governo Prodi. Quello che questa volta ha fatto montare così tanto la protesta credo sia il famigerato blocco del turn-over: un'assunzione ogni cinque pensionamenti è decisamente troppo. Mi viene difficile immaginare i docenti e ricercatori rimasti correre come speedy gonzales per mantenere il livello di insegnamenti e ricerca: è più probabile aspettarsi un'ecatombe di pubblicazioni e lezioni. Mi immagino anche la contentezza di tanti giovani laureati che vedono chiudersi per sempre le porte di un dottorato, anche se per un tozzo di pane.

Antefatto 2:
Il 21 Ottobre a Firenze c'è stata una gigantesca manifestazione con presenze stimate dalle 40000 alle 60000 unità.

La notizia:
Berlusconi annuncia con aria grave che le occupazioni non saranno tollerate e che darà ordini al ministro dell'interno per porre fine alle proteste.
(Mi vengono in mente i rappresentanti di "Studenti per le libertà" che pochi giorni fa ho visto agitarsi e vomitare propaganda sugli studenti che occupavano. Stupenda soprattutto la loro abilità nel dichiararsi contemporaneamente a favore e contro le riforme dell'università. Grazie per le vostre frasi fatte e il vostro stile simil-aziendale ragazzi, grazie di esistere).

La domanda della bananarchia:
Immaginiamo che anche tutti gli studenti che erano in piazza l'altro giorno presidiasse le facoltà occupate: se gli arrestassero tutti e 60000, con che faccia il governo promulgherebbe un nuovo indulto?

 

Polli e bambini

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16/08/08
Due giorni di festa grande a Sanzanà: ieri si è tenuto un gran ballo sotto la luna piena (e alcuni neon) e oggi era il giorno della biennale locale, ovvero la festa animista del sacrificio dei polli, seguita da un altro ballo che è stato rimandato causa diluvio. Il dio dei polli probabilmente si sarà vendicato della scarsa considerazione di cui gode quaggiù, chissà.
Sin dal mattino il villaggio è stato invaso da famiglie vestite a festa recanti un pollo e una richiesta da inoltrare al sacerdote, un anziano lebbroso, strabico, con unghie chilometriche e l'aria talmente inquietante da far venire la paura di finire sotto il suo coltellaccio se solo si fa un gesto sbagliato; a riprova di ciò un ragazzo si offre di farci da guida e con un'aria nervosa non ci molla nemmeno per un istante, neanche fossimo inviati dell'inquisizione.
Ai piedi di un albero ci sono i resti dei sacrifici della mattina: una montagna di riso intriso di sangue di pollo e penne lasciato come una sorta di offerta: una cosa abbastanza disgustosa, tanto che siamo sollevati a seguire la processione verso il luogo in cui si terranno i sacrifici del pomeriggio.
Il rito è abbastanza cruento: il rappresentante della famiglia si avvicina al sacerdote, seduto vicino a delle pietre rosse, gli sussurra con sacro timore la propria richiesta e sgancia un obolo, oltre al pollo. Il sacerdote borbotta qualcosa e si guarda intorno con sguardo allucinato, poi prende il coltello e con la parte non affilata sgozza il pollo, versa alcune gocce di sangue sulle pietre e getta il malcapitato un pò più in là. Dato che il "lavoro" di coltello è stato volutamente imperfetto, il pollo agonizza saltellando qua e là per qualche secondo; quando finalmente stramazza la folla trattiene il fiato osservando la posizione del cadavere. Se è caduto di schiena lo spirito è contento e la richiesta esaudita e la folla esulta. Assistiamo per un pò, facendo foto con i vari giornalisti locali, ma dopo un pò la nostra bizzarra morale di clienti di rosticceria ci spinge ad andarcene.

Tornando, naturalmente sotto scorta, ripenso a quando, durante la processione (preceduta dal giullare e dai cacciatori), un bambino ha avuto l'ardire di tagliare la strada al corteo, ottenendo che fosse malamente ingiuriato e costretto a tornare sui suoi passi. Il fatto che poi i bambini siano stati scacciati con la minaccia di un bastone sia dal sacrificio che dal ballo della sera prima è dovuto alla loro incredibile quantità: da soli riempivano la piazza del ballo, costringendo i ballerini in un angolo. Vederli trattati con una certa brutalità fa un certo effetto, come anche notare come siano quelli con i vestiti peggiori e gli ultimi ad essere serviti a tavola. Non è facile non sentirsi a disagio toccando queste cose con mano.

 

American idiot

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La sera del 17 Giugno del 2006, parecchie milioni di italiani assistevano alla partita Italia-USA dei mondiali di Germania, in compagnia della classica frittatona di cipolle annaffiata da una Moretti gelata oppure come me, davanti ad un megaschermo in un pub all'aperto, con la telecronaca di Sky. Nell'intervallo fra i due tempi, fra i vari commenti tecnici sulla presunta superiorità calcistica della squadra italiana, l'intervento di un losco figuro ex-calciatore di successo brillò per la sua sensatezza, intelligenza e soprattutto attinenza. Alla domanda su cosa ne pensasse della partita, questa inutile palla da biliardo rispose una cosa che suonava più o meno così:
Gli americani alla fine ci hanno liberato durante la seconda guerra mondiale, quindi non ne parlerei così male.
Punto.
Nessun commento sulla partita; il solo fatto che sessant'anni prima l'esercito americano avesse AIUTATO a liberare l'italia impedisce di dire che oltreoceano fanno cagare a giocare a calcio, figuriamoci cosa sarebbe successo se gli avessero chiesto un opinione sulle basi americane in italia o sulla strage del Cermis.
Gli americani alla fine ci hanno liberato durante la seconda guerra mondiale, quindi non ne parlerei così male.
Occhio yankee, che a stare sempre chino ti viene la scoliosi.

 

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