Il gioco della memoria (III)

Posted In: . By Grandesacchetto

Mi ricordo la camera oscura.
Mi ricordo la prima camera oscura alle scuole medie e le ore di lezione perse perché dovevamo sviluppare chissà quali foto.
Mi ricordo che ero contento perché almeno potevo passare del tempo con la ragazza che mi piaceva (e che ovviamente non mi filava). Non riesco a ricordare nemmeno una delle foto scattate in quel periodo, ma solo la sensazione di stare al buio con lei e il dolce imbarazzo nel sentire le battutine dei compagni una volta tornati in classe.
Mi ricordo la seconda camera oscura pagata facendo la maschera al multisala.
Mi ricordo di averla allestita in garage, un posto gelido d'inverno, afoso e infestato da zanzare d'estate.
Mi ricordo che nonstante avessi fissato dei teli neri alle finestrelle un pò di luce filtrava comunque; ricordo lo stupore nel constatare che questa luce non sortiva alcun effetto sulla carta fotografica.
Mi ricordo il bellissimo ingranditore comprato su ebay, la luce rossa, i pacchi di costosissima carta e l'odore chimico dei reagenti.
Mi ricordo la sporcizia ai limiti del tossico del cassetto con i prodotti chimici e il bisogno continuo di lavarsi via dalle mani le gocce di liquido di sviluppo.
Mi ricordo le cassette di heavy-metal per passare le lunghe ore in solitudine.
Mi ricordo le urla di avvertimento quando mio fratello o mio padre tornavano e volevano parcheggiare, rischiando di aprire proprio sul più bello e rovinare un prezioso foglio di carta.
Mi ricordo la frustrazione per i graffi sui negativi, per i fogli messi storti sul ripiano, per i granelli di calcare che facevano venire i puntini bianchi sulle foto.
Mi ricordo i provini, i ritagli di prova e le stampe messe ad asciugare sui fili dei panni.
Mi ricordo la sensazione di passare la mano su una stampa ben fatta e provare soddisfazione.
Mi ricordo com'era usare il focometro e vedere distintamente la grana di una pellicola a 3200 ASA.
Mi ricordo i negativi che si accumulavano e il tempo che non bastava mai per stampare tutte le foto.
Mi ricordo il giorno in ui comprai lo scanner per i negativi e in cui iniziai pian piano a dimenticare cosa vuol dire passare la nottata cullati dalla luce rossa, dagli Iron Maiden e dal sapore di sostanze chimiche.

Magari un giorno ci torno.

 

Di uccellame vario

Posted In: . By Grandesacchetto

Firenze - 18/05/2010

Per motivi che sarebbero lunghi e noiosi da spiegare, la scorsa settimana sono finito a vedere uno spettacolo di teatro danza che ha generato un pò di rumorosa polemica qui a Firenze: "Another Sleepy Dusty Delta Day" di Jan Fabre, accusato di aver utilizzato in passato animali imbalsamati per alcune installazioni, oltre all'accusa di mentire sul fatto che essi fossero già stati trovati morti. La questione ha scatenato una girandola di dichiarazioni e sedute di consiglio comunale piuttosto surreali, dato che la delibera del consiglio non ha potere di fermare uno spettacolo teatrale perfettamente legale, cosa ribadita peraltro dallo stesso Matteo "fenomeno" Renzi; il tutto condito con varie dichiarazioni delle varie sigle animaliste con tanto di manifestazione il giorno della prima.

Di tutto questo ero chiaramente ignaro, perso come sono nel mondo sommerso della bananarchia.

Chi invece come me è andato a vedere lo spettacolo il secondo giorno non poteva minimamente sospettare tutta la bagarre che c'era stata il giorno prima (e infatti non avevo idea che lo spettacolo incriminato fosse quello che stavo andando a vedere), dato che tutti, manifestanti e politicanti, parevano aver seppellito l'ascia di guerra; cosa piuttosto surreale anche questa, una sorta di manifestazione a targhe alterne. Verso metà spettacolo mi sono accorto che i canarini dentro le gabbiette sospese in mezzo al palco erano vivi e probabilmente piuttosto frastornati dalla musica e dalle luci forti; verso la fine la ballerina (unica attrice) ne ha preso uno impagliato per metterlo sopra una bottiglia di birra (ah, il balletto contemporaneo!).
Più tardi, grazie a qualche domanda ben piazzata verso lo staff, ho avuto conferma che gli uccellini sono stati trattati con tuti gli onori, facendomi partorire in ordine sparso le seguenti considerazioni:
  • è esecrabile usare animali vivi per uno spettacolo, specie quando usare un pupazzo sortisce lo stesso medesimo effetto
  • uno spettacolo in cui vengono usati più di un riferimento fallico fa cagare (e ne ho contati almeno quattro)
  • mettersi una bottiglia di birra nella mutandine e simulare la minzione fa altrettanto cagare
  • sfruttare una polemica per dare risalto a uno spettacolo mediocre è da infami
  • la prossima volta me ne vado al cinema
p.s. tanto per restare nel tema "fiorentini surreali", durante la scorsa notte bianca a Firenze ho visto Matteo "fenomeno" Renzi mentre raccattava una cartaccia e la gettava in un cestino; non ripreso da telecamera alcuna, nè particolarmente al centro dell'attenzione dei passanti. Un giorno capirò se è particolarmente scaltro o solo invasato.

p.p.s. poco più in là dei poliziotti allontavano una rom che voleva assistere allo spettacolo di capoeira come tutti; è attesa la dura reazione del consiglio comunale.

 

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