Don't be Silli

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Ci sono degli strani figuri che si aggirano nella politica di Prato: si va dal patrono dell'ormai fallita Sasch nel ruolo di sindaco, passando per l'assesore alla sicurezza voltagabbana, fino ad arrivare all'assessore all'immigrazione in quota Opus Dei; su quest'ultimo (ovvero su Giorgio Silli) la lente della bananarchia si e' da tempo soffermata, per una serie di motivi.

Reperto 1

Prima di tutto per l'aspetto: lo si vede sempre con impeccabili completi, capelli impomatati e baffetto d'ordinanza, da sembrare quasi finto per la precisione nel rispettare sempre questi tre punti; una specie di marchio riconoscibile, come insegna la scuola della politica personalistica. Ed infatti, parlando con chi in un modo o nell'altro vi ha avuto a che fare, pare proprio che alla prossima tornata elettorale si presentera' come candidato sindaco, forte della popolarita' di cui gode in citta' e al suo ruolo all'interno del popolo della liberta'; ruolo che ricopre evitando in modo accurato di utilizzare il raziocinio di cui pure sembra essere provvisto (la leggenda vuole che conosca 5 lingue) quando il capo del suo partito ne combina qualcuna delle sue e ne viene interpellato. I soliti beneinformati riportano che sullo scandalo rubygate si sia limitato a tacciare di perbenismo le "femministe del pd".
Non si pensi pero' che sia uno sprovveduto; a ben guardare anzi, si vede come abbia saputo accattivarsi la simpatia di migliaia di pratesi piu' o meno stufi dell'amministrazione di sinistra aprendo un profilo facebook in cui in campagna elettorale si potevano leggere proclami tanto cari allo spirito di destra quanto inutili per i bisogni della citta.

Reperto 2
(notare come la pessima costruzione dell'ultimo periodo faccia sembrare che il nostro voglia proibire di mangiare)

La sua scaltrezza si e' fatta vedere anche nel modo in cui ricopre la poltrona che dopo qualche scalpiccio e' riuscito ad ottenere, ovvero l'assessorato all'immigrazione e all'integrazione; anche in questa scelta e' facile leggere la sua ambizione, dato che l'argomento immigrazione a Prato e' quello che piu' spesso tiene banco e in cui e' piu' facile scaricare le colpe sulle amministrazioni passate nel caso in cui le proprie politiche falliscano. La gestione dell'assessorato e' fatto nel modo molto scaltro, tessendo contatti con le varie comunita' di stranieri in citta' e ostentando la confidenza acquisita e dall'altro mostrando il lato piu' propriamente di destra, come le recenti dichiarazioni riguardo alla remota possibilita' che alcune decine di tunisini potessero transitare per Prato.

Reperto 3
(benvenuto nonsense)

Insomma, questo personaggio farà ancora parlare di sè, anche considerando che il metodo della politica personalistica e il suo portamento impeccabile lo rendono gia' da tempo il bersaglio ideale per satire di vario genere: di seguito un paio di esempi reperiti in rete.

Reperto 4
(quando photoshop ti si ritorce contro)

Reperto 5

Questo ultimo esempio dimostra, se gia' non fosse chiaro, come il nostro riesca a volgere a suo favore qualsiasi cosa: consigliamo quindi all'ignoto writer pratese e agli altri "estimatori" della politica pratese di affilare l'intuito per battere in astuzia questi e altri personaggi.
Non siate Silli.

 


Quando ce vo, ce vo

 

Il gioco della memoria (III)

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Mi ricordo la camera oscura.
Mi ricordo la prima camera oscura alle scuole medie e le ore di lezione perse perché dovevamo sviluppare chissà quali foto.
Mi ricordo che ero contento perché almeno potevo passare del tempo con la ragazza che mi piaceva (e che ovviamente non mi filava). Non riesco a ricordare nemmeno una delle foto scattate in quel periodo, ma solo la sensazione di stare al buio con lei e il dolce imbarazzo nel sentire le battutine dei compagni una volta tornati in classe.
Mi ricordo la seconda camera oscura pagata facendo la maschera al multisala.
Mi ricordo di averla allestita in garage, un posto gelido d'inverno, afoso e infestato da zanzare d'estate.
Mi ricordo che nonstante avessi fissato dei teli neri alle finestrelle un pò di luce filtrava comunque; ricordo lo stupore nel constatare che questa luce non sortiva alcun effetto sulla carta fotografica.
Mi ricordo il bellissimo ingranditore comprato su ebay, la luce rossa, i pacchi di costosissima carta e l'odore chimico dei reagenti.
Mi ricordo la sporcizia ai limiti del tossico del cassetto con i prodotti chimici e il bisogno continuo di lavarsi via dalle mani le gocce di liquido di sviluppo.
Mi ricordo le cassette di heavy-metal per passare le lunghe ore in solitudine.
Mi ricordo le urla di avvertimento quando mio fratello o mio padre tornavano e volevano parcheggiare, rischiando di aprire proprio sul più bello e rovinare un prezioso foglio di carta.
Mi ricordo la frustrazione per i graffi sui negativi, per i fogli messi storti sul ripiano, per i granelli di calcare che facevano venire i puntini bianchi sulle foto.
Mi ricordo i provini, i ritagli di prova e le stampe messe ad asciugare sui fili dei panni.
Mi ricordo la sensazione di passare la mano su una stampa ben fatta e provare soddisfazione.
Mi ricordo com'era usare il focometro e vedere distintamente la grana di una pellicola a 3200 ASA.
Mi ricordo i negativi che si accumulavano e il tempo che non bastava mai per stampare tutte le foto.
Mi ricordo il giorno in ui comprai lo scanner per i negativi e in cui iniziai pian piano a dimenticare cosa vuol dire passare la nottata cullati dalla luce rossa, dagli Iron Maiden e dal sapore di sostanze chimiche.

Magari un giorno ci torno.

 

Di uccellame vario

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Firenze - 18/05/2010

Per motivi che sarebbero lunghi e noiosi da spiegare, la scorsa settimana sono finito a vedere uno spettacolo di teatro danza che ha generato un pò di rumorosa polemica qui a Firenze: "Another Sleepy Dusty Delta Day" di Jan Fabre, accusato di aver utilizzato in passato animali imbalsamati per alcune installazioni, oltre all'accusa di mentire sul fatto che essi fossero già stati trovati morti. La questione ha scatenato una girandola di dichiarazioni e sedute di consiglio comunale piuttosto surreali, dato che la delibera del consiglio non ha potere di fermare uno spettacolo teatrale perfettamente legale, cosa ribadita peraltro dallo stesso Matteo "fenomeno" Renzi; il tutto condito con varie dichiarazioni delle varie sigle animaliste con tanto di manifestazione il giorno della prima.

Di tutto questo ero chiaramente ignaro, perso come sono nel mondo sommerso della bananarchia.

Chi invece come me è andato a vedere lo spettacolo il secondo giorno non poteva minimamente sospettare tutta la bagarre che c'era stata il giorno prima (e infatti non avevo idea che lo spettacolo incriminato fosse quello che stavo andando a vedere), dato che tutti, manifestanti e politicanti, parevano aver seppellito l'ascia di guerra; cosa piuttosto surreale anche questa, una sorta di manifestazione a targhe alterne. Verso metà spettacolo mi sono accorto che i canarini dentro le gabbiette sospese in mezzo al palco erano vivi e probabilmente piuttosto frastornati dalla musica e dalle luci forti; verso la fine la ballerina (unica attrice) ne ha preso uno impagliato per metterlo sopra una bottiglia di birra (ah, il balletto contemporaneo!).
Più tardi, grazie a qualche domanda ben piazzata verso lo staff, ho avuto conferma che gli uccellini sono stati trattati con tuti gli onori, facendomi partorire in ordine sparso le seguenti considerazioni:
  • è esecrabile usare animali vivi per uno spettacolo, specie quando usare un pupazzo sortisce lo stesso medesimo effetto
  • uno spettacolo in cui vengono usati più di un riferimento fallico fa cagare (e ne ho contati almeno quattro)
  • mettersi una bottiglia di birra nella mutandine e simulare la minzione fa altrettanto cagare
  • sfruttare una polemica per dare risalto a uno spettacolo mediocre è da infami
  • la prossima volta me ne vado al cinema
p.s. tanto per restare nel tema "fiorentini surreali", durante la scorsa notte bianca a Firenze ho visto Matteo "fenomeno" Renzi mentre raccattava una cartaccia e la gettava in un cestino; non ripreso da telecamera alcuna, nè particolarmente al centro dell'attenzione dei passanti. Un giorno capirò se è particolarmente scaltro o solo invasato.

p.p.s. poco più in là dei poliziotti allontavano una rom che voleva assistere allo spettacolo di capoeira come tutti; è attesa la dura reazione del consiglio comunale.

 

Una questione letteraria

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Con il colpevole ritardo di un giorno ho partecipato all'esperimento inventato da un ragazzo toscano per invitare il proprio prossimo alla lettura, meglio se di un libro che merita, che ha un significato e non il solito best-seller wannabe-profondo o zeppo di vampiri sfigati (qualche altra info qui). Ho scelto "Una questione privata" di Fenoglio seguendo alcune considerazioni che spero portino la sconosciuta a cui l'ho regalato a leggerlo e apprezzarlo: non è molto lungo, non ha un lessico complicato e contiene sia una storia passionale sia uno spaccato della resistenza italiana per come era, senza troppe esaltazioni o revisionismi.
Sabato sera dunque, in mezzo al chiasso della musica elettronica ho adocchiato una ragazza dall'aria non troppo intellettuale (regalare un libro a chi già legge sarebbe stato ridondante) e mi sono avvicinato spavaldo; dopo i primi tre secondi di imbarazzo in cui la poveretta non capiva niente di quello che stava succedendo sono riuscito a spiegarmi e a farle capire che sì il libro era un regalo, un modo per far conoscere a un altro un mondo nuovo. L'ho lasciata ancora un pò frastornata ma sorridente e sono tornato a ballonzolare come un cretino in mezzo alla pista; dopo una mezz'ora la ragazza si è riavvicinata, dandomi un bel bacio sulla guancia e sussurrando un flebile e dolce "grazie", prima di sparire nella folla.

Esperimento riuscito.

 

Cristicchi was right

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Ora ne abbiamo le prove (Tg1 del 10/03/2010).
C’è la crisi mondiale che avanza
E i terremoti ancora in vacanza
Ma meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così – Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
Se si parla di te il problema non c’è

 

Come promesso, eccovi una prima idea che mi e' venuta da quando mi atteggio a scienziato: confesso che le sue implicazioni etiche sono piuttosto discutibili, dato che potrebbero portare a conseguenze ben piu' gravi di quelle a cui ha portato la fisica quantistica negli anni '30. So che questa affermazione potrebbe rendere scettico chi legge, ma sono assolutamente sicuro degli effetti devastanti di quest'idea; del resto e' stata gia' ampiamente sperimentata nel corso dei secoli, anche se da un po' di tempo non se ne parla piu'.
Parlo, naturalmente, del virus del Vaiolo: ovvero un virus altamente contagioso e mortale, gia' usato in passato come arma batteriologica ed eradicato nel 1977. Pare che gli unici campioni rimasti del virus siano in laboratori americani e russi e che quindi a meno di deliri di onnipotenza, non vi sia il rischio di una nuova infezione. Non hanno fatto i conti con la temibile Bioinformatica.

Come risulta chiaro dall'immagine qui sopra, con pochi clic si puo' accedere alla sequenza completa del DNA del virus (anzi, sono disponibili le sequenze di ben 48 ceppi): mi sento di dire che con gli adeguati finanziamenti, qualche coltura di tessuti umani e qualche "volontario", si potrebbe ricreare il virus in capo a due-tre anni. Con qualche spicciolo in piu' si potrebbe introdurre qualche miglioria, come rendere il vaccino esistente inefficace o meno attivo.
Dato che un bravo scienziato pazzo se ne frega dell'etica, rimane solo il dubbio sul cosa fare di questo nuovo ceppo di virus: venderlo ad Al-quaeda o spargerlo direttamente sulla popolazione e vendere 300 milioni di dosi di vaccino al governo italiano? Confesso di essere un po' indeciso e soprattutto di non vedere tanta differenza fra un'organizzazione terroristica e un'industria farmaceutica che lucra sulla stupidita' dei governi spargendo il terrore.
Non male come primo giorno di lavoro, vero?

 

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