Marla

Posted In: . By Grandesacchetto

Mi ricordo quando ero un assiduo lettore de "Il Manifesto".
Mi ricordo che ritagliavo le immagini piu' belle, perche' al Manifesto sceglievano sempre le migliori dalle varie agenzie. Ho ancora molti ritagli da parte e quando ho voglia mi piace scorrerli o prenderne qualcuno per fare un collage o un biglietto; l'ho fatto anche qualche giorno fa, senza un motivo preciso e mi sono imbattuto in un ritaglio un po' particolare, diverso dagli altri.

E allora mi sono ricordato.
Mi ricordo che mi fermai a osservare la foto, la dolcezza che traspariva dagli occhi della ragazza bionda, sentendo un vago senso di inquietudine, il presagio di cio' che avrei letto nell'articolo; infatti non mi sbagliai. La ragazza Marla Ruzicka, era morta in Iraq per colpa di un'autobomba; la parte peggiore pero' fu lo scoprire cosa ci facesse laggiu', ovvero occuparsi di far avere un risarcimento alle famiglie dei civili caduti troppo spesso sotto il "fuoco amico", una moderna battaglia contro i mulini a vento.
Mi ricordo che provai due sentimenti, quasi opposti: da un lato la tristezza nel vedere una donna cosi' bella e dolce morire e chiedersi il perche' fra tutti toccasse proprio a lei, dall'altro, ovviamente, la vergogna per averlo pensato, quasi come se gli altri, magari meno belli d'aspetto, se lo meritassero in qualche modo. Mi sento in colpa anche ora, perche' scrivo di Marla invece che di Enzo (Baldoni), che ho avuto modo di conoscere meglio attraverso i suoi scritti; chi meglio di lui meriterebbe di essere conosciuto e ricordato? Forse e' vero che a volte siamo piu' superficiali, badiamo alle sensazioni piu' spontanee o forse e' soltanto lo stupore, lo shock di vedere una foto cosi' abbinata alla notizia di un attentato.
Comunque sia, adesso sapete anche voi chi era Marla Ruzicka e magari sarete piu' stupiti di me, ora che della guerra in Iraq non e' rimasto piu' nemmeno l'apparato ideologico: solo macerie, morti inutili e ritagli di giornale.

 

Impertinenze

Posted In: , . By Grandesacchetto

Ammettiamolo: nonostante abbiano ragione da vendere, spesso gli atei-agnostici-miscredenti-eccetera suscitano in chi gli ascolta la stessa reazione che avrebbero davanti a padre Livio Fanzaga: la vaga sensazione di trovarsi davanti ad un invasato coi paraocchi. Cio' e' dovuto, credo, alla mancanza di autocritica e percezione dei limiti dei propri modelli e teorie; ponendo la propria alternativa sotto la luce dell'infallibilita' e inattacabilita' ci si scorda che e' proprio quello che tanto si critica nel bigotto credente-vescovo castigatore-politico deficiente. Basta pensarci un attimo del resto: una delle argomentazioni base del credente ad ogni costo (specie nella variante assai folkloristica del creazionista) è che la scienza (in particolare la biologia) si basa su delle teorie; posto che questo è il punto di forza della scienza e non la sua debolezza, chi vuole difenderla deve avere la mente il più elastica possibile, deve sapere che gran parte di quello che sostiene è vero (e ci mancherebbe) ma che deve essere pronto a mettere in dubbio qualcosa se si rivelasse falso o più probabilmente inesatto. E' questo il senso della parola teoria, detta in senso dispregiativo o come una bestemmia da alcuni: la capacità di guardare il mondo per come è, piuttosto che dipingerlo come ci piacerebbe che sia.
Perché ho fatto questa pappardella d'introduzione? Perché mi son sentito in colpa verso Piergiorgio Odifreddi: avrei dovuto evitare di farmi un'idea su di lui basandomi solo sul giudizio dei media. Pensavo di trovarmi davanti ad un invasato della ragione, un Robespierre moderno.
Mi sbagliavo: da bravo scienziato ho fatto una ricerca, sono andato oltre il dogma dell'Odifreddi
laicista (chissà che vorrà dire poi) e ho scoperto che nella sua ferma avversione alla stupidità umana è una delle persone più ragionevoli e lucide che abbia mai visto. Se tutti gli scienziati fossero così l'idiozia non avrebbe scampo.
Bravo!

Vi lascio due prove visive a supporto della mia tesi:

(grazie a razionalismo)


(bellissimo Augias che lo invita "alla moderazione")

 

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