Ammettiamolo: nonostante abbiano ragione da vendere, spesso gli atei-agnostici-miscredenti-eccetera suscitano in chi gli ascolta la stessa reazione che avrebbero davanti a padre Livio Fanzaga: la vaga sensazione di trovarsi davanti ad un invasato coi paraocchi. Cio' e' dovuto, credo, alla mancanza di autocritica e percezione dei limiti dei propri modelli e teorie; ponendo la propria alternativa sotto la luce dell'infallibilita' e inattacabilita' ci si scorda che e' proprio quello che tanto si critica nel bigotto credente-vescovo castigatore-politico deficiente. Basta pensarci un attimo del resto: una delle argomentazioni base del credente ad ogni costo (specie nella variante assai folkloristica del creazionista) è che la scienza (in particolare la biologia) si basa su delle teorie; posto che questo è il punto di forza della scienza e non la sua debolezza, chi vuole difenderla deve avere la mente il più elastica possibile, deve sapere che gran parte di quello che sostiene è vero (e ci mancherebbe) ma che deve essere pronto a mettere in dubbio qualcosa se si rivelasse falso o più probabilmente inesatto. E' questo il senso della parola teoria, detta in senso dispregiativo o come una bestemmia da alcuni: la capacità di guardare il mondo per come è, piuttosto che dipingerlo come ci piacerebbe che sia.
Perché ho fatto questa pappardella d'introduzione? Perché mi son sentito in colpa verso Piergiorgio Odifreddi: avrei dovuto evitare di farmi un'idea su di lui basandomi solo sul giudizio dei media. Pensavo di trovarmi davanti ad un invasato della ragione, un Robespierre moderno.
Mi sbagliavo: da bravo scienziato ho fatto una ricerca, sono andato oltre il dogma dell'Odifreddi
laicista (chissà che vorrà dire poi) e ho scoperto che nella sua ferma avversione alla stupidità umana è una delle persone più ragionevoli e lucide che abbia mai visto. Se tutti gli scienziati fossero così l'idiozia non avrebbe scampo.
Bravo!

Vi lascio due prove visive a supporto della mia tesi:

(grazie a razionalismo)


(bellissimo Augias che lo invita "alla moderazione")