16/08/08
Due giorni di festa grande a Sanzanà: ieri si è tenuto un gran ballo sotto la luna piena (e alcuni neon) e oggi era il giorno della biennale locale, ovvero la festa animista del sacrificio dei polli, seguita da un altro ballo che è stato rimandato causa diluvio. Il dio dei polli probabilmente si sarà vendicato della scarsa considerazione di cui gode quaggiù, chissà.
Sin dal mattino il villaggio è stato invaso da famiglie vestite a festa recanti un pollo e una richiesta da inoltrare al sacerdote, un anziano lebbroso, strabico, con unghie chilometriche e l'aria talmente inquietante da far venire la paura di finire sotto il suo coltellaccio se solo si fa un gesto sbagliato; a riprova di ciò un ragazzo si offre di farci da guida e con un'aria nervosa non ci molla nemmeno per un istante, neanche fossimo inviati dell'inquisizione.
Ai piedi di un albero ci sono i resti dei sacrifici della mattina: una montagna di riso intriso di sangue di pollo e penne lasciato come una sorta di offerta: una cosa abbastanza disgustosa, tanto che siamo sollevati a seguire la processione verso il luogo in cui si terranno i sacrifici del pomeriggio.
Il rito è abbastanza cruento: il rappresentante della famiglia si avvicina al sacerdote, seduto vicino a delle pietre rosse, gli sussurra con sacro timore la propria richiesta e sgancia un obolo, oltre al pollo. Il sacerdote borbotta qualcosa e si guarda intorno con sguardo allucinato, poi prende il coltello e con la parte non affilata sgozza il pollo, versa alcune gocce di sangue sulle pietre e getta il malcapitato un pò più in là. Dato che il "lavoro" di coltello è stato volutamente imperfetto, il pollo agonizza saltellando qua e là per qualche secondo; quando finalmente stramazza la folla trattiene il fiato osservando la posizione del cadavere. Se è caduto di schiena lo spirito è contento e la richiesta esaudita e la folla esulta. Assistiamo per un pò, facendo foto con i vari giornalisti locali, ma dopo un pò la nostra bizzarra morale di clienti di rosticceria ci spinge ad andarcene.

Tornando, naturalmente sotto scorta, ripenso a quando, durante la processione (preceduta dal giullare e dai cacciatori), un bambino ha avuto l'ardire di tagliare la strada al corteo, ottenendo che fosse malamente ingiuriato e costretto a tornare sui suoi passi. Il fatto che poi i bambini siano stati scacciati con la minaccia di un bastone sia dal sacrificio che dal ballo della sera prima è dovuto alla loro incredibile quantità: da soli riempivano la piazza del ballo, costringendo i ballerini in un angolo. Vederli trattati con una certa brutalità fa un certo effetto, come anche notare come siano quelli con i vestiti peggiori e gli ultimi ad essere serviti a tavola. Non è facile non sentirsi a disagio toccando queste cose con mano.