Quando ero piccolo e non sapevo nulla della bananarchia, una delle mie cose preferite era leggere i numeri di Linus degli anni '80 dello zio. Allora la rivista era delle dimensioni di Topolino e piena zeppa di fumeti fantastici. I migliori mi sembravano quelli italiani; erano pieni di cose che non capivo e mi facevano sentire adulto. C'era un Vauro con un tratto quasi irriconoscibile che ritraeva Reagan, Gorbaciov e Wojtyla, Andrea Pazienza, Calvin&Hobbes, B.C. e mille altri con gli stili più assurdi e con un fascino misterioso.


Qualche anno più tardi mi sono reso conto che Linus non era finito in un buco nero ma che continuava ad uscire regolarmente. Nei dieci hanni in cui siamo stati lontani è diventato più grande e più largo. Mi sono abbonato quasi subito come fosse un dovere a cui non potevo sottrarmi.
Però.
Ho constatato che di fumetti italiani non ce n'erano quasi più. Dopo pochi numeri anche Stefano Disegni è scomparso. Al posto di Sergio Staino e Altan ci sono Culicchia e la sua Pupilla e Rebori e il fumettino su mucca pazza e compagnia. Inutile dire che sono le uniche cose che non leggo di Linus. Mi sembra impossibile che non ci sia più nessun fumettista italiano con abbastanza banana in zucca capace di occupare lo spazio alle repliche de "The Boondocks". Per fortuna ci sono due eccezioni confortanti: Marassi e Maramotti fanno un lavoro più che egregio, anche se (ma questa è più una fisima mia) non capisco perché tutti gli omini di Marassi sembrino usciti da un film degli anni '50.
Se dal lato del fumetto sono rimasto deluso dal paragone con gli anni '80, la parte degli articoli mi ha convinto che l'abbonamento era la cosa giusta da fare. Certo, bisogna evitare di infastidirsi per l'insistenza da un po di mesi a questa parte sull'argomento del sesso su in internet (sappiamo già tutto da quando avevamo 14 anni, grazie!) e della scomparsa dell'editoriale, ma Galli è una certezza, Peres intortante quanto basta e Cresto-Dina&Pastonesi sanno come sfruttare al meglio la loro paginetta mensile. Il dizionario mitologico degli animali domestici è semplicemente geniale. Ultima menzione speciale va alla rubrica Digital graffiti, il tentativo di alfabetizzare le masse all'uso inteligente di google.
Insomma, se avete 60 euro da parte, invece di comprarvi una borsa tarocca di Louis Vitton, fatevi un bell'abbonamento bi-annuale. Saprete che noi bananarchici approveremo.
E non è poco.

Nel secondo numero che comprai trovai una cosa molto interessante e soprattutto molto efficace. Il gioco della memoria.




Si tratta di scrivere brevi frasi che inizino con le parole "Mi ricordo", attingendo dalla propria memoria personale. Ciò che viene fuori è sempre stupefacente: oltre ad essere un esercizio ottimo per i propri ricordi, è un metodo facile e veloce per ottenere piccole poesie, delle specie di Haiku della memoria. Non è necessaria nessuna abilità nello scrivere, visto che sono frasi singole e brevi. Prossimamente inizieremo anche noi questo gioco, anche se a modo nostro. Buon divertimento e grazie Linus.