Una questione (non) privata
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fai-da-te
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By Grandesacchetto
Il 25 Aprile è una data importante.
Non certo perché Beppe Grillo metterà in scena il suo show del "V-day", o perché ci permette di fare un bel ponte feriale.
Non certo perché qualche post-fascista, giovane azionista, seguace di Fini o semplice idiota si armerà di revisionismo e piagnucolerà perché "Lui" non c'è più, che oggi non è più come quei tempi d'oro e si lamenterà del fatto che nessuno menzioni mai le foibe. Di gente come loro è pieno questo paese e cose come queste si sentono dire ogni maledetto giorno, in ogni maledetta edicola con i calendari ispirati alle "imprese del duce" e nella mente di tutti quei maledetti idioti che il libro di storia manco l'hanno toccato. Il 25 Aprile dovrebbe essere libero da tutto questo, invece che pieno di "distinguo".
E' una data importante perché ricorda una delle poche volte in cui migliaia di persone seppero cambiare la storia di questo paese. Erano mossi dall'ideale della libertà, del rifiuto della guerra, della speranza di un futuro più equo e giusto, o solo perché mortalmente stanchi delle buffonate e delle menzogne dello "Scipione Affricano del due di coppe" (cit. Gadda). Ci riuscirono con la lotta partigiana prima e con la costituente poi. Il fallimento arrivò dopo, ma non fu colpa loro.
Per me, è la giornata in cui penso ai partigiani creati e raccontati da Calvino, Meneghello, Vittorini, ma soprattutto Fenoglio. Ripenso a Milton, alla sua corsa per salvare l'amico e l'amore che ancora gli resta; ripenso a Jhonny e il suo fuggire dai rastrellamenti nel crudo inverno del '44/'45. Penso a Una questione privata e a Il partigiano Jhonny e allo scenario di queste storie, le langhe. Ci penso così tanto che due anni fa ci ho fatto un salto, proprio alla fine di Aprile. Ogni aspirante bananarchico dovrebbe passare di là, apprezzare i bellissimi paesaggi (perché no, il buon vino) e capire quanto piccolo, quanto importante e quanto libero era questo piccolo pezzetto d'Italia.
Non voglio rovinarvi troppo il gusto di scoprire cosa vi aspetta, ma vi do solo una dritta su dove alloggiare:
dalle parti di Mango (Qui per la precisione) trovate, in una specie di vecchia scuola, un piccolo alberghetto economico e tranquillo. Non mi ricordo più il nome, ne ho idea se esista ancora o no, dati i prezzi stracciati . Chiamate l'ufficio del turismo locale e vi daranno il numero. E' davvero molto comodo perché lì vicino c'è uno dei luoghi in cui è ambientato il partigiano Jhonny: cascina langa. Per risparmiarvi la delusione che ho avuto io, prima di partire guardate che triste fine ha fatto questo luogo.
Quasi peggio di un libro di Giampaolo Pansa.
Non certo perché qualche post-fascista, giovane azionista, seguace di Fini o semplice idiota si armerà di revisionismo e piagnucolerà perché "Lui" non c'è più, che oggi non è più come quei tempi d'oro e si lamenterà del fatto che nessuno menzioni mai le foibe. Di gente come loro è pieno questo paese e cose come queste si sentono dire ogni maledetto giorno, in ogni maledetta edicola con i calendari ispirati alle "imprese del duce" e nella mente di tutti quei maledetti idioti che il libro di storia manco l'hanno toccato. Il 25 Aprile dovrebbe essere libero da tutto questo, invece che pieno di "distinguo".
E' una data importante perché ricorda una delle poche volte in cui migliaia di persone seppero cambiare la storia di questo paese. Erano mossi dall'ideale della libertà, del rifiuto della guerra, della speranza di un futuro più equo e giusto, o solo perché mortalmente stanchi delle buffonate e delle menzogne dello "Scipione Affricano del due di coppe" (cit. Gadda). Ci riuscirono con la lotta partigiana prima e con la costituente poi. Il fallimento arrivò dopo, ma non fu colpa loro.
Per me, è la giornata in cui penso ai partigiani creati e raccontati da Calvino, Meneghello, Vittorini, ma soprattutto Fenoglio. Ripenso a Milton, alla sua corsa per salvare l'amico e l'amore che ancora gli resta; ripenso a Jhonny e il suo fuggire dai rastrellamenti nel crudo inverno del '44/'45. Penso a Una questione privata e a Il partigiano Jhonny e allo scenario di queste storie, le langhe. Ci penso così tanto che due anni fa ci ho fatto un salto, proprio alla fine di Aprile. Ogni aspirante bananarchico dovrebbe passare di là, apprezzare i bellissimi paesaggi (perché no, il buon vino) e capire quanto piccolo, quanto importante e quanto libero era questo piccolo pezzetto d'Italia.
Non voglio rovinarvi troppo il gusto di scoprire cosa vi aspetta, ma vi do solo una dritta su dove alloggiare:
dalle parti di Mango (Qui per la precisione) trovate, in una specie di vecchia scuola, un piccolo alberghetto economico e tranquillo. Non mi ricordo più il nome, ne ho idea se esista ancora o no, dati i prezzi stracciati . Chiamate l'ufficio del turismo locale e vi daranno il numero. E' davvero molto comodo perché lì vicino c'è uno dei luoghi in cui è ambientato il partigiano Jhonny: cascina langa. Per risparmiarvi la delusione che ho avuto io, prima di partire guardate che triste fine ha fatto questo luogo.
Se non ci credi clicca qui
Quasi peggio di un libro di Giampaolo Pansa.
2 Responses to Una questione (non) privata
beh, mi hai convinto. E raramente i consigli su dove andarsi ad ubriacare per una sbronza di riflessione mi convincono.
non sono sicuro che si capisse, ma era un complimento per l' articolo.
Lasciatemi aggiungere una cosa:
AFFANCULO PANSA!
Ringrazio per i complimenti e mi permetto di aggiungere due ulteriori consigli:
-io ho assaggiato il vino "nebbiolo" e mi e' sembrato ottimo. 'nuff said!
-se come ho capito stai dalle parti di Genova, passerai dalla torino-savona, l'autostrada piu' pazza che esista: quando torni indietro fai caso a quando l'ingegnere che l'ha progettata ha avuto la bella idea di farti girare IN TONDO attorno ad una montagna!
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