La leva calcistica del Mali
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dal-nostro-inviato
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By Grandesacchetto
13/08/08
Senza aver letto alcuna guida ho deciso di eleggere Klela come una delle perle nascoste del Mali: per arrivarci da Koutiala basta svoltare a sinistra a Deh e percorrere 18 km di una ripida strada sterrata e sassosa, naturalmente colorata di rosso accesso. Durante il percorso si possono ammirare prati con decine e decine di enormi termitai, dalla caratteristica forma a fungo, i quali in alcuni casi sembrano voler inghiottire l'albero a cui sono attaccati. A Klela si entra guadando la locale "lavanderia", una pozza ai piedi di un grande baobab ai bordi della quale le donne del villaggio sono chine a lavare i panni, che verranno poi stesi sopra i cespugli con la speranza che non piova. In città molte bancarelle del mercato sono costruite sopra i ponticelli che scavalcano il piccolo canale (secco anche in questa stagione) e terminano prima di un lunghissimo e maestoso viale di baobab.
Ma la cosa più affascinante, per me che non sono pratico della pianura padana, sono le risaie poco fuori il villaggio: a perdita d'occhio e dotate di tutti i moderni comforts in fatto di irrigazione artificiale. A differenza della pianura padana, qui le pari opportunità sembrano funzionare, visto che le mondine sono sia uomini che donne, anche se l'uomo più adulto che capita di trovare ha poco più di 20 anni e molti sono bambini. Avviciniamo un gruppo di una decine di mondine/i e dopo i saluti di rito conversiamo con il maschio più adulto del gruppo (23 anni) di nome Amadou, che interrompe per un pò la sua massacrante mission di diserbare a mano l'intero campo. Che poi dicendo diserbare non si rende bene l'idea su che cosa consista veramente: significa stare chini e strappare con forza la miriade di erbacce, tutto questo per molte ore. Anche qui si notano i "forti contrasti africani" tanto cari a noi occidentali: nel campo immediatamente accanto, scevro da qualsivoglia erbaccia, il lavoro viene svolto velocemente grazie ai diserbanti. Comunque Amadou non sembra esserne triste, preso com'è dai suoi nuovi ospiti; dopo essersi lamentato del neo-presidente Att, che aveva promesso "più trattori per tutti" e non ha mantenuto, dopo aver scoperto che per noi è più facile il francese del bambara e che anche per noi un trattore è troppo costoso, lo abbiamo stupito informandolo che un qualsiasi giocatore di calcio maliano in italia guadagna più di tutti noi messi assieme.
Ci sono rimasti quasi male.
Ma la cosa più affascinante, per me che non sono pratico della pianura padana, sono le risaie poco fuori il villaggio: a perdita d'occhio e dotate di tutti i moderni comforts in fatto di irrigazione artificiale. A differenza della pianura padana, qui le pari opportunità sembrano funzionare, visto che le mondine sono sia uomini che donne, anche se l'uomo più adulto che capita di trovare ha poco più di 20 anni e molti sono bambini. Avviciniamo un gruppo di una decine di mondine/i e dopo i saluti di rito conversiamo con il maschio più adulto del gruppo (23 anni) di nome Amadou, che interrompe per un pò la sua massacrante mission di diserbare a mano l'intero campo. Che poi dicendo diserbare non si rende bene l'idea su che cosa consista veramente: significa stare chini e strappare con forza la miriade di erbacce, tutto questo per molte ore. Anche qui si notano i "forti contrasti africani" tanto cari a noi occidentali: nel campo immediatamente accanto, scevro da qualsivoglia erbaccia, il lavoro viene svolto velocemente grazie ai diserbanti. Comunque Amadou non sembra esserne triste, preso com'è dai suoi nuovi ospiti; dopo essersi lamentato del neo-presidente Att, che aveva promesso "più trattori per tutti" e non ha mantenuto, dopo aver scoperto che per noi è più facile il francese del bambara e che anche per noi un trattore è troppo costoso, lo abbiamo stupito informandolo che un qualsiasi giocatore di calcio maliano in italia guadagna più di tutti noi messi assieme.
Ci sono rimasti quasi male.
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