Mi ricordo Berlino.
Mi ricordo che mio fratello mi aveva dato la mappa della metro di due anni prima e da allora tutto era cambiato.
Mi ricordo che mi sono perso perché la via dove avevo l'ostello si poteva scrivere in due modi diversi e non la trovavo sulla cartina.
Mi ricordo che la prima notte ho diviso la stanza con sei americane e una tedesca, tutte diciottenni e carine.
Mi ricordo il pergamon museum, da togliere il fiato.
Mi ricordo che lì vicino scoprii il vecchio palazzo della DDR, uno scatolone di vetro e acciaio ignorato da tutti.
Mi ricordo come mi stupisse il fatto che a nessuno interessasse, mentre io ero affascinato dalla ruggine e dall'abbandono.
Mi ricordo che vedi la costruzione della nuova stazione centrale: un giorno c'erano due semi-torri di acciaio ai lati della ferrovia e quello dopo le avevano piegate di novanta gradi e messe sopra i binari.
Mi ricordo il reichstadt e la sua fantastica cupola di vetro.
Mi ricordo treptower park con il memoriale dei caduti sovietici nella seconda guerra mondiale.
Mi ricordo che c'era una statua di un soldato che spezzava una svastica con la spada: per vederla meglio c'era un parapetto con due statue di soldati inginocchiati.
Mi ricordo che ci sono arrivato al tramonto e non c'era quasi nessuno: sembrava di essere dentro un luogo di culto, ma all'aperto.
Mi ricordo un museo sui rapporti fra germania e unione sovietica nel ventesimo secolo: il karlshorst museum, ospitato nella casetta dove è stata firmata la resa del nazismo.
Mi ricordo di aver avuto qualche problema, visto che le didascalie erano in tedesco e in russo.
Mi ricordo potsdamer platz e il mitico palazzo delle ferrovie.
Mi ricordo il museo nella vecchia stazione hamburger banhof. C'erano delle statue-candela sfigurate dopo due mesi che erano state accese e un tavolo la cui ombra era stata ricoperta di marmellata.
Mi ricordo una stanza piena di televisori in cui un gruppetto di ventenni sghignazzava per via di un uomo nudo. Ovviamente erano italiani.
Mi ricordo di aver conosciuto un sacco di gente e di non aver dormito le ultime tre notti: di giorno quando ero troppo stanco mi buttavo su una panchina. L'ho fatto anche a punkow.
Mi ricordo che per uno di questi pisolini a momenti perdevo l'aereo.