Sacchettodìsudicio ci scrive ancora dall'olanda; a quanto dice è stata una settimana particolare, fra feste, commemorazioni e un mistero.

Il 30 Aprile è una delle feste più importanti per gli olandesi: la scusa del compleanno della regina Beatrice (che a dirla tutta è nata il 31 Gennaio, ma vabbè), tutta la nazione si veste di arancione e scende in piazza a bere, ballare, vendere cianfrusaglie e dare un contributo alla crescita demografica della nazione. Il posto migliore per godersela è essere ad Amsterdam: ci si può perdere nella cintura dei canali a vedere la processione delle barche in stile "carnevale di Rio", comprare una frittura indonesiana, ballare la terribile musica olandese o lanciare uova a dei bersagli umani.
La cosa è ovviamente abbastanza pacchiana e la quantità di rifiuti prodotti in questa giornata basterebbe a sommergere Napoli due o tre volte (considerando anche le bagnarole che affondano nei canali perché la gente ci balla sopra manco fossero sul tagadà), ma è davvero impossibile non farsi coinvolgere dalla follia collettiva. Le poche foto che ho scattato non rendono assolutamente l'idea purtroppo.



Il giorno dopo, incredibile ma vero, non è il
labour day ma una generica festa cattolica non meglio identificata. Attonito, attendo la festa della liberazione locale: il 4 Maggio alle otto di sera la nazione osserva un minuto di silenzio per i caduti (pare che succeda lo stesso anche ad alcuni siti internet), mentre il 5 Maggio si festeggia.
Per farmi un'idea di cos'è stata quaggiù la seconda guerra e la liberazione, mi spingo fino all'ombelico dell'olanda, dove gli inglesi provarono a "farla sudicia" e finire la guerra prima di natale del '44. Inutile dire che fu un mezzo massacro.
A Groesbeek (vicino al luogo in cui tutta l'operazione andò in vacca) c'è uno dei tanti cimiteri di guerra, con museo annesso.
Incontro un soldato inglese (età stimata: 90 eppiù) che si riconosce in una foto della liberazione di Bruxelles. Scopro che esistevano i nazional-socialisti olandesi e che molti bene o male vennero a patti col regime, fra eccezioni importanti, scioperi di massa e partigiani inclusi.
Ma poi, il mistero: la mia fida guida lonely planet diceva che la vicina Nijmegen fu bombardata dagli alleati in quanto punto di smistamento delle truppe tedesche, mentre un cartello al museo invocava un non meglio precisato (e un po incredibile) "fraintendimento". La cosa curiosa è che anche la guida Touring riporta questa tesi. In quanto bananarchico mi sento in dovere quantomeno di dubitare di questa scusa per la morte di 750 persone. Che poi se mi sbaglio offro da bere al primo americano che mi capita, per carità. Intanto però ho voluto lasciare un segno che la nostra banana è stata lì e scoprirà la verità, prima o poi.
Passo e chiudo.